Gua Sha: cosa è e Quali Sono le Sue Indicazioni

Il Gua-Sha, antica tecnica della medicina tradizionale cinese, consiste in frizionamenti unidirezionali sulla pelle per stimolare la circolazione, ridurre il dolore e favorire il riequilibrio energetico. Usato per dolori muscoloscheletrici, disturbi respiratori e digestivi, ha dimostrato benefici antiinfiammatori e protettivi. Da evitare su pelle lesa, in gravidanza o in caso di patologie acute.

Introduzione

Il gua-sha è una pratica molto antica della medicina orientale, ampiamente utilizzata all’interno delle tecniche massoterapiche quali il massaggio Tuina. In questo senso, si associa e si integra con altri strumenti fondamentali della medicina cinese, come la coppettazione e la moxibustione.

Etimologia

Per quanto riguarda l’etimologia, il termine “gua-sha” è composto da due parti:

  • “Gua”, che significa grattare o raschiare;
  • “Sha”, che significa sabbia, zigrinatura, rash rosso o febbre.

Terminologia

In altre parole, il termine “gua” può essere descritto come una pressione con scorrimento unidirezionale [1]. Di conseguenza, il significato letterale diventa “grattare via la febbre” attraverso un’azione di pressione e scorrimento su una zona cosparsa di unguento o olio. Storicamente, la tecnica era molto usata anche nel trattamento di sintomatologie gravi, come quelle dovute al colera o a disturbi simili con vomito e diarrea, come suggerito dal dott. James Tin Yau So [2]. In effetti, secondo alcuni autori il termine “sha” può essere tradotto anche come “colera” [3-4].

In fase avanzata, il colera porta naturalmente alla comparsa di uno stadio petecchiale o “sha”, poiché le petecchie emergono in seguito a un forte stato di disidratazione. Per questo motivo, l’ideogramma di “sha” è composto dal radicale di malattia insieme al radicale di sabbia: proprio come, quando l’acqua si ritira, emergono i sedimenti, allo stesso modo il corpo, in caso di grave disidratazione, fa comparire le petecchie.

Meccanismo di azione: tradizione e scienza

La persona lamentava rigidità cervicale. In questo caso, l’utilizzo del Gua Sha si è rivelato utile per muovere la stasi sottostante. Successivamente, lo stesso trattamento, effettuato a distanza di due settimane, ha evidenziato un notevole miglioramento nell’area scapolare, con una conseguente riduzione della sintomatologia.

Ma quali sono i presupposti per cui sarebbe utile frizionare la pelle? Tradizionalmente, secondo il pensiero storico della medicina cinese, tutto ciò che non scorre è causa di squilibrio e potenziale malattia. In particolare, l’azione di frizionare la pelle si basa sulla teoria della contro–reazione, ovvero un’azione esercitata superficialmente per indurre una risposta di riequilibrio a un livello più profondo. Non a caso, questi concetti erano già noti e applicati anche nell’antica medicina occidentale, ad esempio attraverso tecniche di salasso e frizionamento.

Dal punto di vista pratico, il gua sha drena i canali ed esercita un’azione più intensa dell’agopuntura nella risoluzione della stasi. Di conseguenza, la risoluzione della stasi si manifesta sulla cute come piccole petecchie o macchie ecchimotiche; non vi è, quindi, fuoriuscita di sangue. Generalmente, le petecchie si risolvono spontaneamente entro 2-5 giorni.

Infine, da un punto di vista della ricerca, un potenziale meccanismo d’azione è la formazione di m-RNA che esprime ossido nitrico in risposta a un preciso frizionamento della pelle, caratterizzato dallo scorrimento unidirezionale tipico del corretto utilizzo del gua sha [5]. Inoltre, Standley e Meltzer hanno dimostrato che la secrezione di citochine antinfiammatorie è attivata dalla direzione del rilascio miofasciale, il che può migliorare il ROM articolare, ridurre l’edema e diminuire il bisogno di analgesici [6].

L’immagine evidenzia la fisiologica progressione nella risoluzione spontanea delle petecchie (in questo caso a 5 giorni). La sfumatura gialla dell’iperpigmentazione è indicativa della bilirubina e della biliverdina nel tessuto.

Nielsen e collaboratori hanno osservato come il gua sha:

  • aumenta del 400% la perfusione sanguigna dell’area trattata per oltre 7 minuti subito dopo il trattamento;
  • non sia equiparabile ad altre tipologie di trattamento che mostrino un aumento prolungato della microcircolazione di questa importanza rilevata attraverso scansione laser doppler;
  • riduce immediatamente il dolore sia localmente che distalmente l’area trattata [7].

Inoltre è stato osservato su modello animale che l’utilizzo del gua sha può avere effetti epatoprotettivi. Nella fattispecie uno studio di Harvard condotto su topo ha evidenziato un aumento dei livelli dell’espressione genica per un enzima antiossidante e citoprotettore, chiamato eme – ossigenasi 1 (HO-1) in molteplici organi interni, subito dopo il trattamento con guasha e per alcuni giorni a seguire [8].

Questa aumentata espressione di HO-1 si è dimostrata essere efficace (sempre su modello animale) per il controllo dell’infezione da epatite B e induce una diminuzione della replicazione del virus dell’epatite C [9-10-11-12-13]. L’utilizzo del gua sha, nel suo caratteristico utilizzo di pressione – scorrimento unidirezionale, determina la degradazione dell’emoglobina la quale a sua volta implica un aumento dell’espressione di HO-1, CO, biliverdina e bilirubina con azione antiinfiammatoria e di citoprotezione [14].

Fattori come l’ossido nitrico e l’eme ossigenasi 1 (HO-1) si rivelano importanti nel migliorare la circolazione e nel dare effetti protettivi.

Indicazioni e controindicazioni

L’utilizzo del gua sha si rivela essere utile da un punto di vista della terminologia tradizionale per:

  • risolvere la stasi che può manifestarsi come dolore trafittivo: quando il frizionamento del gua sha rivela le petecchie, il qi e il sangue sono stati messi in movimento;
  • purificare il calore: l’aumento della perfusione a livello superficiale purifica il calore nelle persone colpite da stress termico e questo fa del gua sha un importante strumento di inversione dei colpi di calore e aumenta la tolleranza ortostatica; un aumento del flusso di sangue a livello della pelle veicola all’esterno il calore causato da un aumento dell’attività metabolica [15-16];
  • liberare l’esterno: il gua sha promuovendo la circolazione di qi e sangue, favorisce il consolidamento dell’energia difensiva nota come “wei qi”, favorendo l’espulsione del fattore patogeno.

Ricerca dello Sha

La ricerca dello “sha” ovvero della stasi è un elemento importante da considerare; questo viene ricercato premendo con le dita sulla pelle e valutando il ritorno del sangue. Immediatamente subito dopo la pressione delle dita, la pelle subisce un naturale sbiancamento; a questo punto se l’area tarda a tornare del suo colore originario significa che siamo in presenza di una stasi da trattare. È indicato nei dolori muscolo scheletrici quali:

  • dolore al collo o spondilosi cervicali [17];
  • mal di schiena [18-19];
  • dolori alle spalle fra cui spalla congelata o periartrite.

È indicato fra le altre per malesseri generali, disturbi digestivi ma anche respiratori quali asma, enfisema, bronchite e BPCO; anche se queste ultime possono richiedere una combinazione di terapie mediche per essere gestite, l’aggiunta del gua sha è apprezzata dai pazienti [1].

Il Gua Sha può essere utile nel trattamento della nevralgia post erpetica.

Può essere utile in caso di fuoco di sant’Antonio (herpes zoster): a questo può seguire una nevralgia post erpetica che può essere contrastata attraverso l’ausilio del gua sha e potrebbe essere usato lungo il dermatomo coinvolto una volta che le lesioni sono guarite [20].

È sconsigliato l’utilizzo del gua sha nei casi di:

  • ustioni o rash;
  • pelle non integra;
  • brufoli o nei (evitare lo scorrimento del gua sha su di essi);
  • donne in gravidanza (area addominale);
  • gravi deficit;
  • presenza di petecchie del trattamento precedente (è bene aspettare la risoluzione delle petecchie)

Si ricorda che, una volta finito il trattamento, è bene non esporre la pelle al vento o al sole. È bene aspettare la risoluzione spontanea delle petecchie prima di ripetere il trattamento.

 

Riferimenti:

  1. Nielsen A., Gua sha una tecnica tradizionale per la pratica moderna. Casa Editrice Ambrosiana, 2016.
  2. So, J.T.Y. Treatment of Disease with Acupunture. Paradigm Pub 1987, Brookline, MA.
  3. Mathews RH, Mathew’s Chinese-English Dictionary. Harvard University Press 1931, Cambridge, MA.
  4. Weiger, L., Chinese Characters, Their Origin, Etymology, History, Classification and Signification: A Thorough Study from Chinese Documents. Dover 1965, New York.
  5. T Ziegler, P Silacci, V J Harrison, D Hayoz. Nitric oxide synthase expression in endothelial cells exposed to mechanical forces. Hypertension. 1998 Aug;32(2):351-5.
  6. Paul R Standley, Kate Meltzer. In vitro modeling of repetitive motion strain and manual medicine treatments: potential roles for pro- and anti-inflammatory cytokines. J Bodyw Mov Ther. 2008 Jul;12(3):201-3.
  7. Arya Nielsen, Nicola T M Knoblauch, Gustav J Dobos, Andreas Michalsen, Ted J Kaptchuk. The effect of Gua Sha treatment on the microcirculation of surface tissue: a pilot study in healthy subjects. Explore (NY). Sep-Oct 2007;3(5):456-66.
  8. Kenneth K Kwong, Lenuta Kloetzer, Kelvin K Wong, Jia-Qian Ren, Braden Kuo, Yan Jiang, Y Iris Chen, Suk-Tak Chan, Geoffrey S Young, Stephen T C Wong. Bioluminescence imaging of heme oxygenase-1 upregulation in the Gua Sha procedure. J Vis Exp. 2009 Aug 28;(30):1385.
  9. Ebenezer Olatunde Farombi, Young Joon Surh. Heme oxygenase-1 as a potential therapeutic target for hepatoprotection. J Biochem Mol Biol. 2006 Sep 30;39(5):479-91.
  10. Stephan Immenschuh, Eveline Baumgart-Vogt, Sebastian Mueller. Heme oxygenase-1 and iron in liver inflammation: a complex alliance. Curr Drug Targets. 2010 Dec;11(12):1541-50.
  11. Ulrike Protzer, Stefan Seyfried, Maria Quasdorff, Gabriele Sass, Miriam Svorcova, Dennis Webb, Felix Bohne, Marianna Hösel, Peter Schirmacher, Gisa Tiegs. Antiviral activity and hepatoprotection by heme oxygenase-1 in hepatitis B virus infection. Gastroenterology. 2007 Oct;133(4):1156-65.
  12. Christian Wunder, Richard F Potter. The heme oxygenase system: its role in liver inflammation. Curr Drug Targets Cardiovasc Haematol Disord. 2003 Sep;3(3):199-208.
  13. Zhaowen Zhu, Anne T Wilson, M Meleah Mathahs, Feng Wen, Kyle E Brown, Bruce A Luxon, Warren N Schmidt. Heme oxygenase-1 suppresses hepatitis C virus replication and increases resistance of hepatocytes to oxidant injury. Hepatology. 2008 Nov;48(5):1430-9.
  14. Z W Xia, W W Zhong, J S Meyrowitz, Z L Zhang. The role of heme oxygenase-1 in T cell-mediated immunity: the all encompassing enzyme. Curr Pharm Des. 2008;14(5):454-64.
  15. V Schubert, L Perbeck, P A Schubert. Skin microcirculatory and thermal changes in elderly subjects with early stage of pressure sores. Clin Physiol. 1994 Jan;14(1):1-13.
  16. Thad E Wilson, Jian Cui, Rong Zhang, Sarah Witkowski, Craig G Crandall. Skin cooling maintains cerebral blood flow velocity and orthostatic tolerance during tilting in heated humans. J Appl Physiol (1985). 2002 Jul;93(1):85-91.
  17. Maximilian Braun, Miriam Schwickert, Arya Nielsen, Stefan Brunnhuber, Gustav Dobos, Frauke Musial, Rainer Lüdtke, Andreas Michalsen. Effectiveness of traditional Chinese “gua sha” therapy in patients with chronic neck pain: a randomized controlled trial. Pain Med. 2011 Mar;12(3):362-9.
  18. Romy Lauche, Klaus Wübbeling, Rainer Lüdtke, Holger Cramer, Kyung-Eun Choi, Thomas Rampp, Andreas Michalsen, Jost Langhorst, Gustav J Dobos. Randomized controlled pilot study: pain intensity and pressure pain thresholds in patients with neck and low back pain before and after traditional East Asian “gua sha” therapy. Am J Chin Med. 2012;40(5):905-17.
  19. Felix J Saha, Gianna Brummer, Romy Lauche, Thomas Ostermann, Kyung-Eun Choi, Thomas Rampp, Gustav Dobos, Holger Cramer. Gua Sha therapy for chronic low back pain: A randomized controlled trial. Complement Ther Clin Pract. 2019 Feb;34:64-69.
  20. Arya Nielsen. Postherpetic neuralgia in the left buttock after a case of shingles. Explore (NY). 2005 Jan;1(1):74.
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