Anatomicamente il gruppo dei glutei si divide in piccolo, medio e grande gluteo. Durante la deambulazione, in fase monopodalica, l’equilibrio del bacino e di tutta la regione lombo – pelvica è assicurato unicamente dall’azione degli abduttori del lato dell’appoggio; è fondamentale la stabilità del bacino, determinata dal medio e piccolo gluteo ma anche dal tensore della fascia lata, durante la fase di cammino. In assenza di un fisiologico funzionamento di questa muscolatura, sul lato dell’appoggio, si viene a creare un bascula mento del bacino dal lato opposto che, se non fosse controbilanciato da uno spostamento del tronco verso il lato dell’appoggio, determinerebbe una caduta: segno caratteristico conosciuto come segno di Duchenne – Trendelembourg 1 (Kapandji A.I., 2016)
Molti dei muscoli motori e stabilizzatori degli arti superiori ed inferiori prendono attacco al core attraverso la zona pelvica e la colonna vertebrale. I muscoli glutei concorrono a stabilizzare il tronco e a fornire la forza propulsiva per la locomozione e sono considerati come i principali muscoli stabilizzatori per le estremità inferiori 2 (Kibler WB et. al., 2006).
Il gruppo dei glutei è un gruppo muscolare facente parte del core o nucleo che, come visto nei precedenti articoli, ha la funzione di stabilizzare il centro del corpo e ottimizzare il trasferimento delle forze all’interno del sistema. Il decremento della stabilità lombo pelvica è stata suggerita essere associata con un’incidenza più alta di infortuni alle estremità inferiori, soprattutto nel sesso femminile 3 (Leetun DT et. al., 2004). Questo sembra dovuto essere a vari fattori, fra cui quelli neuromuscolari sembrano avere la ragione più importante per il tasso più elevato di lesioni ACL (legamento crociato anteriore) nelle femmine rispetto ai maschi [4]; in tal senso è stato osservato nel sesso femminile una capacità inferiore di stabilizzazione del ginocchio ed una superiore lassità tibiale misurata tramite artrometro oltre a tempi più lunghi di attivazione muscolare tramite test isocinetici rispetto al sesso maschile 5 (Wojtis EM et. al., 1996) . Una review del 2015 evidenzia come la muscolatura dell’anca abbia guadagnato attenzione per poter affrontare molte problematiche dell’arto inferiore fra cui la lesione del legamento crociato anteriore ed il dolore patello – femorale. È osservato come il sesso femminile sia maggiormente predisposto al valgismo del ginocchio, aspetto che sollecita notevolmente l’articolazione soprattutto in fase di atterraggio dopo un salto [6 – 7].
Nelle persone che presentano instabilità all’arto inferiore o dolore alla schiena, è stata osservata una debolezza ed un ritardo nell’attivazione dei muscoli estensori (grande gluteo) ed abduttori (medio gluteo) dell’anca 8 (Nadler SF et. al., 2002). In questo senso, atleti che non hanno subito infortuni sono stati significativamente più forti nell’abduzione dell’anca e nella rotazione esterna [2]. Uno studio del 2016 ha osservato come l’introduzione di esercizi di rafforzamento del muscolo medio gluteo, possa notevolmente migliorare il recupero funzionale e la riduzione del dolore in soggetti operati al menisco 9 (Kim EK, 2016).
Nell’ottica rieducativa e preventiva si dovrà quindi prestare attenzione nel presentare programmi che includano un coinvolgimento della muscolatura glutea con esercizi che vadano da un lavoro più settoriale ad uno più globale, dal corpo libero all’utilizzo di piccoli attrezzi (bande elastiche, palloni medicinali ecc.) da esercizi meno funzionale ad esercizi più funzionali, ovvero vicini alle richieste reali che lo sport, e in maniera assai più vera la vita, impone (movimenti) e sempre in relazione alle esigenze del momento.
Segue un esempio di esercizi orientati a ripristinare la corretta funzionalità della muscolatura glutea secondo una logica che va dal dis – funzionale (attivazione selettiva) al funzionale (lavoro integrato in catena cinetica).
Fase 1 dis -funzionale: attivazione muscolare selettiva
Fase 2 non funzionale: attivazione catene miofasciali in posizione orizzontale
Fase 3 pre – funzionale: appoggio bi – monopodalico in posizione verticale
Fase 4 funzionale: catena chiusa/aperta con orientamento finalistico delle estremità effettrici
Riferimenti:
1 Kapandji A.I., Anatomia Funzionale, Edizione italiana curata dal Dott. Paolo Alberto Pagani, Maloine – Monduzzi Editoriale, 2016, pag. 50
2 Kibler WB, Press J, Sciascia A, The role of core stability in athletic function., Sports Med, 2006 ;36(3):189-98.
3 Leetun DT, Ireland ML, Willson JD, Ballantyne BT, Davis IM, Core stability measures as risk factors for lower extremity injury in athletes., Med Sci Sports Exerc, 2004 Jun;36(6):926-34.
4 The female ACL: Why is it more prone to injury?, J Orthop, 2016 Mar 24;13(2):A1-4.
5 Wojtys EM, Huston LJ, Taylor PD, Bastian SD, Neuromuscular adaptations in isokinetic, isotonic, and agility training programs., Am J Sports Med, 1996 Mar-Apr;24(2):187-92
6 Ford KR, Nguyen AD, Dischiavi SL, Hegedus EJ, Zuk EF, Taylor JB, An evidence-based review of hip-focused neuromuscular exercise interventions to address dynamic lower extremity valgus., Open Access J Sports Med, 2015 Aug 25;6:291-303
7 Willson JD, Ireland ML, Davis I, Core strength and lower extremity alignment during single leg squats., Med Sci Sports Exerc, 2006 May;38(5):945-52
8 Nadler SF, Malanga GA, Bartoli LA, Feinberg JH, Prybicien M, Deprince M, Hip muscle imbalance and low back pain in athletes: influence of core strengthening., Med Sci Sports Exerc, 2002 Jan;34(1):9-16.
9 Kim EK, The effect of gluteus medius strengthening on the knee joint function score and pain in meniscal surgery patients., J Phys Ther Sci, 2016 Oct;28(10):2751-2753. Epub 2016 Oct 28.












