Introduzione: la Postura come Sistema Complesso ed Integrato
La postura, e di conseguenza il movimento, è sempre l’espressione di una sinergia complessa che si viene ad instaurare tra i vari sistemi che la rappresentano.Tradizionalmente il corpo umano è stato osservato come un insieme di frammenti ma questa visione riduzionista non permette di comprendere la relazione che sussiste fra le parti; il processo del riduzionismo non riesce a catturare le complessità interconnesse e le interazioni dinamiche che si trovano all’interno di sistemi complessi come il movimento umano e la postura. Piuttosto, in una visione olistica, il corpo è costituito da numerosi muscoli collegati in serie e da un capo all’altro, che attraversano l’intero sistema muscolo-scheletrico, creando lunghe catene muscolari miofasciali viscoelastiche poliarticolari. Ecco che in questa complessità emerge il concetto di biotensegrità, ossia un sistema capace di sostenersi da solo attraverso un meccanismo dinamico di tensione e rilassamento fra gli elementi rigidi (ossa) e gli elementi morbidi (muscoli)[1]. In quest’ottica il corpo non va visto come un insieme di mattoni impilati l’uno sull’altro ma come una struttura elastica e leggera che si sostiene attraverso il rapporto fra aste rigide e cavi. Ci si dovrà riferire alla cupola geodetica (tensostruttura) progettata da Buckminster Fuller; la forma di riparo più leggera, forte ed efficiente mai messa a punto.
Questo nuovo modo di vedere il sistema in maniera unitaria permette di comprendere come non sia una strategia efficace il focalizzarsi solo sull’area dolorosa perché questa, quasi sempre, rappresenta solo l’effetto terminale di uno squilibrio preesistente [2].All’interno di questo nuovo modello il ruolo della fascia diventa primario. Quella che in passato era considerata un elemento inerte, che collegava in maniera passiva le varie parti del corpo, viene oggi considerata la base anatomica della tensegrità corporea, mediatore tra struttura e funzione, tra postura e salute definendo così un rinnovamento della terminologia specifica [3].
In questo senso Benjamin introduce il termine di “supertendine”, osservando come reti di tendini, aponeurosi e fascia costituiscono un vero e proprio scheletro di tessuto molle, dove la funzione complessiva supera quella dei suoi singoli membri [4]. Il ruolo della fascia diviene talmente importante da considerarsi continuum miofasciale in grado di stimolare le aree del cervello che si occupano dello stato emotivo, contribuendo a sviluppare la consapevolezza corporea (interocezione) [5]. In questo modo il cervello è in grado di generare un modello posturale del nostro corpo sempre in continuo rinnovamento [6].
La Postura come Sistema Fluido ed in Costante Movimento
La base anatomica dei più recenti studi sul sistema fasciale è il miofibroblasto, una cellula specializzata del tessuto connettivo capace di contrazione (esattamente come una cellula muscolare contiene actina e miosina) ma indipendente dal sistema nervoso centrale.Queste cellule sono sensibili a stimoli biochimici e biofisici locali oltre che biomeccanici e fra le molte funzioni, guidano il processo locale di guarigione di una ferita e la sua cicatrizzazione. Il miofibroblasto, che agisce all’interno di una matrice fluida più che neurale, risente del Ph: quanto più è basso, tanto più tende ad aumentare la sua contrattilità. Questo aspetto è molto importante in quanto tutte le attività che inducono un abbassamento del Ph, con conseguente acidificazione, come stress emotivo, disordini respiratori e cattiva alimentazione, tendono a irrigidire la struttura fasciale e con questo ad alterare la postura.
La contrazione cronica del miofibroblasto gioca un ruolo importante nelle contratture croniche quali quelle di Dupuytren della fascia palmare o in condizioni quali la capsulite adesiva della spalla. I miofibroblasti sono distribuiti in tutto il corpo lungo la rete fasciale o meglio miofasciale; sono stati trovati anche nelle strutture articolari quali legamenti e menischi, tendini e anche organi. La loro localizzazione è particolarmente presente in prossimità dei vasi sanguigni e capillari, in modo da essere più direttamente a contatto con i vari agenti chimici. La stessa struttura cellulare è sostenuta da una struttura “muscolo-scheletrica” definita “citoscheletro” lungo la quale ogni organello si muove in relazione agli stimoli meccanici che subisce [7-8-9-10-11-12-13]. L’alta sensibilità del miofibroblasto, e del tessuto miofasciale, agli stimoli biochimici, emotivi e biomeccanici rappresenta una possibile capacità di memorizzazione delle esperienze non esclusivamente elaborate a livello neurologico [14].
La ricerca e lo studio del sistema miofasciale sono in continua evoluzione e i più recenti studi riconsiderano e amplificano il concetto di biotensegrità, includendo anche il sistema dei fludi (sangue e linfa) quali silenziosi testimoni dell’informazione meccanostrasduttiva trasportatori dei segnali biochimici e ormonali: questo nuovo modello è indicato con l’acronimo RAIN “rapid adaptability of internal network” [15]. In relazione a tutti questi fattori il concetto di tono muscolare evolve, o meglio si arricchisce divenendo “tono basale miofasciale”; l’equilibrio posturale, dato dal reciproco livello di tensione o tono basale degli elementi fasciali, è definito “human resting myofascial tone”, sistema di tensione indipendente dall’attività del sistema nervoso centrale [16-17].
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Riferimenti:
1 Dischiavi SL, Wright AA, Hegedus EJ, Bleakley CM. Biotensegrity and myofascial chains: A global approach to an integrated kinetic chain.Med Hypotheses. 2018 Jan;110:90-96.
2 Lederman E. The fall of the postural-structural biomechanical model in manual and physical therapies: exemplified by lower back pain.J Bodyw Mov Ther. 2011
3 Kumka M, Bonar J. Fascia: a morphological description and classification system based on a literaturereview.J Can Chiropr Assoc. 2012 Sep;56(3):179-91.
4 Benjamin M, Kaiser E, Milz S. Structure-function relationships in tendons: a review. J Anat. 2008 Mar;212(3):211-28.
5 Bordoni B, Marelli F. [Emotions in Motion: Myofascial Interoception]. Complement Med Res. 2017;24(2):110-113.
6 Naito E, Morita T, Amemiya K. Body representations in the human brain revealed by kinesthetic illusions and their essential contributions to motor control and corporeal awareness.Neurosci Res. 2016 Mar;104:16-30.
7 Hinz B, Phan SH, Thannickal VJ, Galli A, Bochaton-Piallat ML, Gabbiani G. The myofibroblast: one function, multiple origins. Am J Pathol. 2007 Jun;170(6):1807-16.
8 Tomasek JJ, Gabbiani G, Hinz B, Chaponnier C, Brown RA. Myofibroblasts and mechano-regulation of connective tissue remodelling. Nat Rev Mol Cell Biol. 2002 May;3(5):349-63.
9 Schleip R, Naylor IL, Ursu D, Melzer W, Zorn A, Wilke HJ, Lehmann-Horn F, Klingler W. Passive muscle stiffness may be influenced by active contractility of intramuscularconnective tissue. Med Hypotheses. 2006;66(1):66-71.
10 Gabbiani G, Hirschel BJ, Ryan GB, Statkov PR, Majno G. Granulation tissue as a contractile organ. A study of structure and function. J Exp Med. 1972 Apr 1;135(4):719-34.
11 Schleip R, Klingler W, Lehmann-Horn F. Active fascial contractility: Fascia may be able to contract in a smooth muscle-likemanner and thereby influence musculoskeletal dynamics. Med Hypotheses. 2005;65(2):273-7.
12 Pipelzadeh MH, Naylor IL. The in vitro enhancement of rat myofibroblast contractility by alterations to the pH of the physiological solution.Eur J Pharmacol. 1998 Sep 18;357(2-3):257-9.
13 Ingber DE. Tensegrity I. Cell structure and hierarchical systems biology. J Cell Sci. 2003 Apr 1;116(Pt 7):1157-73.
14 Tozzi P. Does fascia hold memories? J Bodyw Mov Ther. 2014 Apr;18(2):259-65.
15 Bordoni B, Lintonbon D, Morabito B. Meaning of the Solid and Liquid Fascia to Reconsider the Model of Biotensegrity. Cureus. 2018 Jul 5;10(7):e2922.
16 Masi AT, Nair K, Evans T, Ghandour Y. Clinical, biomechanical, and physiological translational interpretations of human restingmyofascial tone or tension. Int J Ther Massage Bodywork. 2010 Dec 16;3(4):16-28.
17 Masi AT, Hannon JC. Human resting muscle tone (HRMT): narrative introduction and modern concepts. J Bodyw Mov Ther. 2008 Oct;12(4):320-32.






