Introduzione e cenni di anatomia
L’importanza di una corretta posizione linguale e deglutizione sono ormai diventati elementi di grande importanza nella valutazione e gestione delle problematiche posturali. Prima di addentrarci in quelli che sono i possibili risvolti dati da una cattiva funzionalità linguale è necessario comprendere le basi anatomiche sulle quali si fondano i presupposti di una corretta postura linguale sia statica che dinamica.
La base di tutto il funzionamento sta in una zona specifica del palato che si trova in prossimità del rafe del palato duro, il quale segna la linea di fusione delle due lamine palatine; questa linea di fusione termina in avanti con la papilla incisiva, posta dietro i due denti incisivi superiori. A questa altezza, subito dietro, si osservano a ciascun lato del rafe delle creste arcuate denominate pieghe o rughe palatine trasverse. Ed è in questa zona, fra la papilla e le rughe palatine, che si trovano il meccanismo di azione e le conseguenti risposte neurofisiologiche. In questo punto, denominato “SPOT” sono stati trovati ben cinque diversi tipi di recettori [1].
È proprio questa fitta rete recettoriale che suggerisce un ruolo importante nel monitoraggio delle proprietà meccaniche del cibo e della posizione della lingua.
Questo punto è fondamentale in quanto è il punto di ricezione del segnale da parte del nervo naso – palatino, ramo della seconda branca del trigemino, 5° nervo cranico che va ad innervare con i suoi tre rami, occhi, naso, bocca, volto; lo stimolo viene dato dall’appoggio della parte anteriore della lingua che in condizioni di riposo deve potervi appoggiare in modo del tutto spontaneo. Attraverso la stimolazione trigeminale, vengono informate importanti stazioni centrali quali il nucleo coeruleus e il cervelletto, aree strategiche e fondamentali ai fini del controllo posturale. Per mezzo della lingua è quindi possibile dire che il trigemino parla ed informa il sistema nervoso centrale; durante l’atto della deglutizione avviene una scarica di informazioni provenienti dalla stimolazione del nervo naso – palatino, dalle afferenze paradontali e dei fusi neuro – muscolari presenti nei muscoli masticatori.
È nell’atto deglutitorio, infatti, che il sistema nervoso centrale riceve il massimo delle informazioni, in quanto, è solo in questa fase che si stringono i denti dando informazioni anche di tipo occlusale e muscolare. In questo senso la condizione del bruxismo o di serrare i denti può essere inquadrata come un meccanismo di compenso di cui il sistema si serve per vicariare la mancanza della stimolazione trigeminale ad opera della lingua. L’importanza che riveste la lingua la si può comprendere anche dalla fitta rete nervosa che la raggiunge: sei dei dodici nervi cranici vi giungono. Tutti i muscoli intrinseci ed estrinseci sono innervati dal nervo ipoglosso (12° nervo cranico) ad eccezione del palatoglosso che riceve la sua innervazione dal plesso faringeo.
Fisiologia della deglutizione: funzione e disfunzione
Il meccanismo della deglutizione inizia a svilupparsi già durante la vita intrauterina attraverso una serie di tappe che hanno lo scopo di preparare il nascituro ad essere pronto all’atto dell’allattamento.
- Alla decima settimana si sviluppa il riflesso di suzione;
- Alla dodicesima quello di deglutizione inconscia;
- Alla tredicesima settimana inizia a svilupparsi l’atto deglutitorio per poi definirsi nei primi sei mesi di vita del bambino;
- Al quinto mese di vita intrauterina il feto succhia il pollice per stimolare lo spot linguale o retroincisivo, attivando risposte posturali, di coordinazione motoria ed ormonali.
La stimolazione trigeminale è fortemente correlata al funzionamento delle principali vie neuro – endocrine quali la serotoninergica, la noradrenergica, la colinergica e la dopaminergica, tutte vie fortemente implicate con il controllo posturale e con la vita psico – emotiva della persona.
L’allattamento al seno è dunque un grande allenamento attivo che il bambino compie per stimolare questo importante punto e le vie neurofisiologiche conseguenti, funzionali ad un sano e maggiore sviluppo psicomotorio [2-3]. Non è un caso, che una delle cause primarie di disfunzione linguale è l’utilizzo di strumenti per l’allattamento artificiale che non consentono alla lingua di lavorare come dovrebbe. Le tettarelle artificiali dovrebbero quindi essere scelte sulla base della comprensione della forza e della dinamica muscolare [4].
Il bambino nell’atto della suzione spreme il capezzolo della madre contro lo SPOT, attivando queste importanti risposte neurofisiologiche; l’atto della deglutizione parte proprio da quel punto con un movimento ad onda: in seguito all’attivazione dei muscoli elevatori della mandibola, la lingua si schiaccia quindi contro il palato [5]; fa seguito la peristalsi dei muscoli faringei che contribuiscono a creare una pressione negativa, indispensabile per la progressione del cibo senza ingestione di aria e per la detersione delle tube di Eustachio. È in questo modo che una corretta deglutizione contribuisce a detergere l’orecchio, prevenendo possibili otiti ricorrenti e accumulo di muco ma a prevenire anche possibili sensazioni di distensione addominale a causa dell’ingestione di aria.
Una deglutizione scorretta, ed una sua conseguente alterata sensibilità, attiva invece i muscoli buccinatori che si sostituiscono funzionalmente alla lingua [6]. Questi hanno una forza centripeta, che tende a determinare un’alterazione della conformazione del palato con alto rischio di morso aperto [7-8]. Inoltre è proprio la spinta della lingua a contribuire fortemente al morso aperto; ciò è dovuto al fatto che la spinta della lingua invece di esprimersi sul palato, va ad esaurirsi sugli incisivi spingendoli in avanti.
Questo dato non deve sorprendere se si pensa al fatto che si deglutisce circa 2000 volte al giorno e la lingua spinge con la forza di almeno 1 kilogrammo [9]. È proprio in questo contesto che nasce e trova sempre più importanza la terapia miofunzionale che consiste nel riprogrammare i giusti modelli di movimento linguale e orofacciale [10]. Da questo si può dedurre di come la pratica del succhiarsi il dito anche in tarda età sia un meccanismo di compenso attraverso cui il bambino stimola il nervo naso – palatino, e il trigemino quindi, con tutta la conseguente risposta neurofisiologica che altrimenti verrebbe a mancare. Già il parto può essere causa di una compromissione della funzione linguale a causa di compressioni dell’area occipitale e conseguente schiacciamento del nervo ipoglosso che innerva 15 dei 16 muscoli linguali [11].
Un’altra importante compromissione della funzione linguale deriva dal frenulo corto: una condizione conosciuta come anchiloglossia. Questa condizione impedisce alla lingua di potersi sollevare ed andare verso il palato, verso lo SPOT palatino. La lingua che rimane perennemente abbassata porta il soggetto a contrarre vari disturbi fra cui quelli respiratori in quanto le dinamiche muscolari che si vengono a creare portano ad assumere una respirazione di tipo orale; questa condizione può portare conseguentemente ad un’ipertrofia adenoidea per un lavoro eccessivo di queste strutture.
Questo ha comportato a stilare dei requisiti affinché si possa prendere in considerazione la frenulotomia della lingua, ovvero la recisione del frenulo al fine di dare libertà di movimento alla lingua e poter raggiungere lo SPOT [12-13]. Quando si è in presenza di un frenulo eccessivamente corto si può osservare la caratteristica forma a cuore della lingua; inoltre alla richiesta di portare la lingua in fuori, questa tende a cadere in basso a causa del frenulo corto. In questo senso è sempre più condivisa fra gli addetti ai lavori il fatto che il frenulo corto incida negativamente sulla crescita e lo sviluppo orofacciale [14]. In certe condizioni critiche l’intervento chirurgico, meglio se eseguito a laser, è la soluzione unica per ripristinare la corretta fisiologia di movimento della lingua a cui dovrà seguire necessariamente un iter riabilitativo di terapia miofunzionale [15-16]. Terapia che prevede di rieducare la lingua a trovare lo spot prima e poi attraverso degli elastici propriocettivi a recuperare la corretta dinamica della deglutizione. A seconda dei casi sarà necessario rieducare anche la muscolatura delle labbra come nel respiratore orale.
Sono queste, condizioni importanti, a determinare fortemente l’insuccesso dell’ortodonzia: frenulo corto, errata funzione linguale determinano continuamente uno spostamento dei denti e delle strutture stomatognatiche. Da ricordare come anche la presenza di diastemi e di edentulie contribuisca a scoordinare la lingua in quanto quest’ultima tende, durante l’atto della deglutizione, ad andare ad occupare gli spazi vuoti. Ciò che ne deriva sarà un programma linguale scorretto.
Ulteriori considerazioni
Il forte impatto che la via trigeminale ha sull’intero sistema, in quanto capace di attivare tutte le principali vie neuro – endocrine, porta ad avanzare ulteriori considerazioni. Considerazioni che spaziano da aspetti più strutturali e quindi posturali ad aspetti di carattere neuro – endocrino.
A livello posturale è stato osservato come il far posizionare la lingua in prossimità dello spot possa significativamente diminuire l’oscillazione del centro di gravità esprimendo quindi un importante sostegno ai fini dell’equilibrio [17]. Come visto in apertura di articolo, il cervelletto è una delle strutture del sistema nervoso centrale che riceve informazione dalla posizione linguale, ed il cervelletto è risaputo essere il principale controllore dell’equilibrio oltre che della postura e della coordinazione dei movimenti. Un altro studio pilota ha osservato come la corretta posizione linguale possa incrementare i livelli di forza del 30% [18].
Un tema di interesse riguarda la possibilità che la scoliosi possa essere indotta da un deficit della melatonina, preziosa sostanza che armonizza le funzioni del sistema, responsabile dei cicli circadiani. Dal momento che la stimolazione trigeminale, che si esplica per mezzo della stimolazione del nervo naso – palatino ad opera della lingua, ha importanti correlazioni con il rilascio dei vari neuro peptidi fra cui la melatonina, può essere utile indagare la lingua come causa di scoliosi se quest’ultima si presenta in disfunzione. La rimozione della ghiandola pineale (pinealectomia), struttura che rilascia melatonina, in uno studio comparativo su modello animale ha evidenziato come si potesse manifestare la scoliosi [19]. Lo studio ha evidenziato che la scoliosi si manifestava solo nei polli che presentano una condizione bipede mentre non si sviluppava nei topi con condizione quadrupede. Inoltre la melatonina aumenta il rilascio di serotonina, un importante neurotrasmettitore che incide sul tono posturale. È possibile quindi che lo sviluppo della scoliosi idiopatica possa essere dovuta a bassi livelli di melatonina e serotonina [20]. Ciononostante, benché la teoria della carenza di melatonina risulti intrigante, sono ancora molti i punti non chiari e questo aspetto necessita di essere inserito in un contesto multifattoriale complesso come quello umano [21].
Un aspetto più semplice da spiegare e che può avere relazioni più lineari è quello fra disfunzione linguale e problematiche respiratorie delle vie aeree superiori. In una review e meta analisi viene osservato come la terapia miofunzionale possa incidere in maniera significativamente positiva sulle apnee notturne, fino al 50% negli adulti e il 62% nei bambini evidenziando un miglioramento nei livelli di saturazione di ossigeno, nei livelli di russamento e sonnolenza [22]. E’ riscontrabile anche un miglioramento rispetto alla resistenza delle vie aeree superiori [23].
Questi miglioramenti sono dovuti al fatto che chi presenta disfunzioni della lingua e della muscolatura orofacciale spesso presenta una respirazione orale: la mancata sollecitazione dello SPOT unita ad un’alterazione della dinamica muscolare che presenta un incremento dell’attività dei muscoli buccinatori a forza centripeta, porta il palato a restringersi e innalzarsi, portando a restrizione delle coane con un aumento della resistenza al passaggio dell’aria; si innesca quindi un circolo vizioso dove per compenso si sarà sempre più portati a respirare dalla bocca con tutte le problematiche conseguenti sia di tipo respiratorio che infettive. In definitiva la terapia miofunzionale rappresenta sicuramente un importantissimo apporto al paradigma posturale, nel caso in cui la causa della disfunzione sia rappresentata da un’alterazione di questo distretto.
In chiusura di articolo si riporta il fatto curioso di come anche l’antica medicina tradizionale cinese abbia sempre dato una grande importanza alla posizione corretta della lingua; il posizionamento allo SPOT durante la pratica delle ginnastiche di lunga vita del Qigong e del Taijiquan, permette infatti la chiusura di un importante circuito energetico fra i due meridiani straordinari: il Du Mai o vaso governatore ed il Ren Mai o vaso concezione, esprimendo così un concetto di integrità e continuità del sistema.
Riferimenti:
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8 Garrett J, Araujo E, Baker C. Open-bite treatment with vertical control and tongue reeducation.Am J Orthod Dentofacial Orthop. 2016 Feb;149(2):269-76.
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