Taichichuan, Qigong E Malattie Cardiovascolari

Introduzione: Stile di Vita e Fattori di Rischio Le malattie  cardiovascolari costituiscono la causa più importante di mortalità, morbilità e disabilità.1 Parlando di malattie cardiovascolari ci si riferisce a tutte quelle patologie che possono colpire sia il miocardio che la rete vascolare (arteriosa e venosa), ricordandoci l’intima relazione che esiste fra queste due strutture; talmente […]

Introduzione: Stile di Vita e Fattori di Rischio

Le malattie  cardiovascolari costituiscono la causa più importante di mortalità, morbilità e disabilità.1

Parlando di malattie cardiovascolari ci si riferisce a tutte quelle patologie che possono colpire sia il miocardio che la rete vascolare (arteriosa e venosa), ricordandoci l’intima relazione che esiste fra queste due strutture; talmente intima che, riprendendo un’espressione della medicina tradizionale cinese, “il cuore controlla i vasi sanguigni”.

Sono ben documentati i fattori di rischio che possono portare il soggetto a contrarrepatologie del sistema cardiovascolare fra cui la cardiopatia ischemica e l’arteriopatia ostruttiva (in sigla AOCP, arteriopatia ostruttiva cronica periferica). Tra i numerosi fattori di rischio è possibile distinguere quelli modificabili da quelli non modificabili; tra i primi l’ipertensione, il diabete, il fumo di sigaretta, l’obesità, l’alimentazione, la sedentarietà, lo stress, la sindrome metabolica; tra i secondi rientrano l’età, il sesso, la familiarità, la razza.

Sono numerosi gli studi effettuati in questo ambito che sottolineano come lo stile di vita sia determinante nella salvaguardia della salute cardiovascolare; nonostante possa esistere una predisposizione genetica è dimostrato che uno stile di vita salutare può diminuire del 50% il rischio di malattia coronarica in soggetti geneticamente predisposti 2 (Khera AV et. al., 2016). Riprendendo le parole del cardiologo Attilio Maseri, “si è visto che si può morire d’infarto con arterie pulite, senza ombra di aterosclerosi. Oppure, che si possono avere placche aterosclerotiche addirittura fissurate e non aver mai sofferto di cuore […]. Le biopsie, infine, hanno scoperto che persone morte di infarto avevano forti infiammazioni nel luogo della coronaria da cui è partito il trombo mortale” 3 (Bottaccioli F, 2005).

Così, come per le malattie autoimmuni, si torna a parlare quindi di stress e infiammazione e di come il processo dell’infiammazione possa contribuire alla formazione della placca aterosclerotica; l’aterosclerosi può essere infatti descritta come una malattia infiammatoria 4 (Ross R, 1999). Negli ultimi decenni si sono fatte campagne pubblicitarie da miliardi di dollari contro il colesterolo, imputando a questo l’origine delle problematiche cardiovascolari e ponendo i 200 mg/dl come soglia di rischio. Nonostante questo allarme sociale, il colesterolo incide meno della metà per quello che riguarda la malattia coronarica e non è, come si pensava, strettamente correlato alla dieta e ai grassi alimentari 5 (Rosenman RH, 1993).

Emergono invece, come detto poco sopra, importanti collegamenti fra i livelli di stress e i livelli di colesterolo circolanti. I livelli di noradrenalina tendono a ridurre il numero di recettori presenti nel fegato per la cattura delle lipoproteine LDL (colesterolo cattivo), aumentandone i livelli nel torrente sanguigno con conseguente incremento della colesterolemia. Questo è quindi dovuto al doppio effetto che gli ormoni dello stress (adrenalina, noradrenalina e cortisolo) giocano sul sistema lipidico; lo stress non solo aumenta la mobilizzazione dei grassi ma diminuisce anche la capacità del fegato di metabolizzarli con conseguente aumento dei livelli circolanti. Attraverso questi meccanismi viene sempre più evidenziato il legame diretto tra stress e livelli di colesterolo e grassi nel sangue. È dimostrato che livelli elevati di grassi stimolano il rilascio della proteina C reattiva, un importante marker infiammatorio che stimola a sua volta il rilascio di IL6 (interleuchina 6), citochina infiammatoria con conseguente innalzamento dei livelli di globuli bianchi. Ci troviamo quindi di fronte ad un grado di infiammazione generale dell’organismo 6 (Visser M, 1999).

Meccanismo di formazione della placca aterosclerotica

Ma cosa succede di preciso ai nostri vasi sanguigni? Come è che si forma la placca andando ad irrigidire la rete vascolare con conseguente aumento della pressione?

Tutto comincia col fatto che l’endotelio diviene più permeabile alle lipoproteine (le famose LDL, conosciute col nome di “colesterolo cattivo”) e rilascia chemochine (segnalatori chimici) che fungono da richiamo per monociti e linfociti T. “I macrofagi ingoiano le lipoproteine trasformandosi in cellule schiumose, la presenza dei linfociti incrementa l’infiammazione con produzione di citochine. Si crea così una prima lesione, una striscia di grasso, depositata al di sotto dell’intima dell’arteria, composta da lipoproteine, cellule schiumose e linfociti T” 7 (Bottaccioli F, 2008).

L’aspetto di notevole interesse è che il fenomeno dell’aterosclerosi, soprattutto nelle fasi iniziali, può essere notevolmente influenzato sia da aspetti alimentari, infettivi ma anche psichici ed emotivi. È stato visto, su animali da laboratorio, un miglioramento della placca sotto stimolazione antiinfiammatoria 8 (Shoenfeld Y et.al., 2001); ma anche l’ambiente sociale (stress e depressione) nel quale ci si ritrova a vivere gioca un ruolo fondamentale nella genesi e manifestazione delle malattie cardiovascolari. L’aspetto mentale diventa anch’esso estremamente importante nella modulazione infiammatoria; studi sia su scimmie molto vicine a noi sia su umani hanno dimostrato che maggiore è il livello di stress e depressione maggiore è la possibilità di ammalarsi di aterosclerosi delle coronarie 9 (Rozanski A et. al., 1999). È fondamentale quindi imparare a gestire le proprie emozioni e a sviluppare la capacità di rilassamento, in quanto come dicevano gli antichi cinesi “tutte le emozioni attaccano il cuore” in quanto quest’ultimo è considerato “la sede dello Shen”. In medicina cinese lo Shen rappresenta l’insieme di tutte le facoltà psichiche ed emotive dell’essere umano ed ognuno di noi può sperimentare come le dinamiche emotive influenzano la frequenza cardiaca.

Questa osservazione amplia notevolmente le possibilità terapeutiche e di gestione delle malattie cardiovascolari andando ben oltre il trattamento farmacologico o dietetico anti colesterolo. In uno studio randomizzato controllato 10 (Ornish D et. al., 1998) si sono osservati importanti miglioramenti fino a 5 anni sia a livello psicologico (gestione dello stress) che fisico (perdita di peso) nell’aterosclerosi con diminuzione della stenosi coronarica. I soggetti sono stati assegnati ad osservare un cambiamento del loro stile di vita con tecniche di gestione dello stress, esercizio fisico e dieta.

Qigong e Taichichuan per la Salute del Cuore

Il Taijiquan si presta come uno strumento di efficacia e sicurezza nella gestione del paziente cardiopatico, riducendo alcuni fattori di rischio cardiovascolare come l’ipertensione e la dislipidemia. Gli studi mostrano come la somministrazione di Taijiquan sia benefica per i pazienti con esito di infarto miocardico, bypass coronarico ed insufficienza cardiaca 11 (Lan C et. al., 2008). Una serie di review indicano come le Arti Orientali del Taijiquan e del Qigong siano efficaci nel contrastare l’ipertensione e nel favorire la normalizzazione della stessa, anche se si necessitano di studi più a lungo periodo e meglio progettati per comprendere meglio l’entità dei benefici stessi [ 12 -13 -14 ].

Un altro studio pubblicato sull’ International  Journal of Neuroscience 15 (Lee MS et.al., 2004) mostra come, dopo 8 settimane, la pratica del Qigong possa abbassare significativamente la pressione, modulando il metabolismo lipidico; questo è stato osservato attraverso la misurazione di marker specifici come il livello di trigliceridi nel sangue. Il Taijiquan, messo a confronto con un’attività di cammino veloce, si è dimostrato più efficace nel migliorare alcuni parametri della fitness quali forza degli arti inferiori, equilibrio e flessibilità oltre che ridurre la frequenza cardiaca; questo per un miglior equilibrio di funzionamento del sistema nervoso autonomo con un aumento dell’attività parasimpatica influenzata dal respiro e dal rilassamento associato al movimento elastico 16 (Audette JF, 2006).

Interessante osservare che il cuore stesso possiede la capacità di contrastare i meccanismi nocivi dello stress dal quale consegue l’aumento della pressione arteriosa: infatti, ciò che fino a non molto tempo fa poteva essere considerata una semplice pompa,  è oggi riconosciuta come una ghiandola endocrina: il cuore è un organo endocrino e risponde all’innalzamento della pressione rilasciando, a livello sistemico, il “fattore natriuretico atriale”( in sigla ANF o ANP) nel momento in cui le cellule muscolari cardiache sono sottoposte a stiramento per aumento del volume di sangue. Lo stress benefico indotto dall’esercizio fisico stimola il rilascio di questi ormoni con effetto contrastante sugli effetti lesivi che lo stesso stress (cronico e negativo) ha sul cuore e sui vasi.

La pratica di 12 settimane di Taijiquan ha evidenziato anche un aumento dei livelli di ossido nitrico, importante mediatore endogeno favorente la vasodilatazione con conseguente abbassamento della pressione arteriosa 17 (Pan X, 2015).

Riferimenti:

1 http://www.iss.it/esps/index.php?lang=1&id=146&tipo=8

2 Khera AV, Emdin CA, Drake I, Natarajan P, Bick AG, Cook NR, Chasman DI, Baber U, Mehran R, Rader DJ, Fuster V, Boerwinkle E, Melander O, Orho-Melander M, Ridker PM, Kathiresan S, Genetic Risk, Adherence to a Healthy Lifestyle, and Coronary Disease., N Engl J Med, 2016

3 Bottaccioli F. Psiconeuroendocrinoimmunologia. I fondamenti scientifici delle relazioni mente–corpo. Le basi razionali della medicina integrata. RED edizioni, Milano; 2005, p.336

4 Ross R, Atherosclerosis–an inflammatory disease., N Engl J Med, 1999

5 Rosenman RH, The independent roles of diet and serum lipids in the 20th-century rise and decline of coronaryheart disease mortality., Integr Pgysiol Behav Sci, 1993

6 Visser M, Bouter LM, McQuillan GM, Wener MH, Harris TB, Elevated C-reactive protein levels in overweight and obese adults., Jama, 1999

7 Bottaccioli F, Il sistema immunitario: la bilancia della vita. Come è fatto e come funziona in salute e in malattia, Tecniche Nuove, 2008, pag. 203

8 Shoenfeld Y, Sherer Y, Harats D, Artherosclerosis as an infectious, inflammatory and autoimmune disease., Trends Immunol, 2001

9 Rozanski A, Blumenthal JA, Kaplan J, Impact of psychological factors on the pathogenesis of cardiovascular disease and implications for therapy., Circulation, 1999

10 Ornish D, Scherwitz LW, Billings JH, Brown SE, Gould KL, Merritt TA, Sparler S, Armstrong WT, Ports TA, Kirkeeide RL, Hogeboom C, Brand RJ, Intensive lifestyle changes for reversal of coronary heart disease., JAMA, 1998

11 Lan C, Chen SY, Wong MK, Lai JS, Tai Chi training for patients with coronary heart disease., Med Sport Sci., 2008

12 Lee MS, Pittler MH, Guo R, Ernst E, Qigong for hypertension: a systematic review of randomized clinical trials., J Hypertens, 2007

13 Lee MS, Lee EN, Kim JI, Ernst E, Tai chi for lowering resting blood pressure in the elderly: a systematic review., JEval ClinPract, 2010

14 Xiong X, Wang P, Li X, Zhang Y,  Qigong for hypertension: a systematic review., Medicine (Baltimore), 2015

15 Lee MS, Lee MS, Kim HJ, Choi ES, Effects of qigong on blood pressure, high-density lipoprotein cholesterol and other lipid levels in essential hypertension patients., Int J Neurosci., 2004

16 Audette JF1, Jin YS, Newcomer R, Stein L, Duncan G, Frontera WR, Tai Chi versus brisk walking in elderly women., Age Ageing, 2006

17 Pan X, Zhang Y, Tao S, Effects of Tai Chi exercise on blood pressure and plasma levels of nitric oxide, carbon monoxide and hydrogen sulfide in real-world patients with essential hypertension., Clin Exp Hypertens, 2015

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